lunedì 21 luglio 2014

Zia Mame

Zia Mame, ora geisha giapponese, ora ballerina di fila, romantica moglie sudista e amazzone intrepida al tempo stesso, ogni mese della sua vita inaugura una nuova impresa epica, coinvolgendo di volta in volta il suo maggiordomo giapponese, la bambinaia irlandese, la dattilografa, il poeta, l'editore, l'agente letterario. Conduce una vita salottiera e ciarliera, in cui l'ostentazione della ricchezza, i cocktail in terrazza e le commedie sperimentali di Broadway si susseguono tra bollicine di champagne e letti di seta. La crisi finanziaria che travolge mezzo mondo nulla può contro questa donna dalle mille risorse. Zia Mame cade, si rialza e intrepida ricomincia da capo, conservando sempre l'ingenuità, o forse l'orgoglio, di chi non oserebbe mai riversare sugli altri la colpa delle proprie miserie. 
Come possa aver fatto una donna tanto avventata, imprudente, generosa e folle, a tirar su un ragazzino di dieci anni è un mistero. Per fortuna il defunto signor Dannis prima di morire aveva affidato tutto il cospicuo patrimonio del piccolo Patrick allo Studio Knickerbocker, che avrebbe provveduto direttamente alla sua educazione - tassativamente tradizionale - mentre l'eccentrica zia avrebbe seguito il bambino solo durante le vacanze. Ma quando si ha a che fare con una forza della natura come Zia Mame, le vacanze estive sono un periodo più che sufficiente per cambiarti la vita, soprattutto se si ha la mente brillante e recettiva di Patrick: un bambino che guarda il mondo con l'occhio distaccato del baro e lo descrive con l'ironia del ciarlatano. Come se niente potesse toccarlo direttamente, l'autore-protagonista conosce i tempi comici e la natura umana, cita Bauhaus e i magazzini Macy's, descrive ogni caffé di New York attribuendogli l'atmosfera magica dei bistrot parigini, guarda al di là della sfavillante apparenza dei rutilanti anni Venti, per coglierne tutta la grottesca miseria. Un romanzo divertente, ricco di citazioni colte ma capace di coinvolgere anche il lettore occasionale, una sorprendente sferzata di buonumore assolutamente da non perdere.

sabato 5 luglio 2014

Marina


Barcellona, fine anni Settanta. Óscar Drai è un giovane studente che trascorre gli anni della sua adolescenza in un cupo collegio della città catalana. Colmo di quella dolorosa energia così tipica dell'età, fatta in parti uguali di sogno e insofferenza, Óscar ama allontanarsi non visto dalle soffocanti mura del convitto, per perdersi nel dedalo di vie, ville e palazzi di quartieri che trasudano a ogni angolo storia e mistero. In occasione di una di queste fughe il giovane si lascia rapire da una musica che lo porta fino alle finestre di una casa. All'interno, un antico grammofono suona un'ammaliante canzone per voce e pianoforte. Nel momento in cui sottrae l'oggetto e scappa, è sopraffatto da un gesto che risulta inspiegabile a lui per primo. Qualche giorno dopo tutto gli apparirà tanto chiaro quanto splendidamente misterioso. Tornando sui suoi passi per restituire il maltolto, infatti, Óscar incontra la giovane Marina e il suo enigmatico padre, il pittore Germàn. E niente per lui sarà più come prima. Il suo innato amore per il mistero si intreccerà da quel momento ai segreti inconfessabili del passato di una famiglia e di una Barcellona sempre più amata: segreti che lo spingeranno non solo alla più lunga fuga mai tentata dal detestato collegio, ma anche verso l'irrevocabile fine della sua adolescenza.

Letto tutto d'un fiato fino al finale sconvolgente...



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