mercoledì 12 giugno 2013

Togliamo il disturbo

Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare

"Evitiamo il pericolo strisciante dell'omologazione"
Un analisi della scuola di oggi e dei suoi "abitanti" che ogni genitore dovrebbe leggere... a patto che lo legga utilizzando la "chiave giusta" cioé senza pregiudizi
Leggendo varie recensioni ho notato in effetti che alcuni lettori hanno male interpretato le parole della Mastrocola prendendole troppo sul personale
Invece io, in vari punti della sua analisi sono d'accordo con lei, ci sono situazioni di cui bisogna prendere atto e basta non bisogna per forza avere una soluzione a tutto tipo che i giovani non hanno voglia di studiare perché impegnati da qualcos'altro solo che però insistiamo che devono andare a scuola, che imparare un mestiere può essere cosa di poco conto che dobbiamo tutti avere un pezzo di carta in tasca creando così persone che non hanno né cultura né sanno fare un qualcosa ...
e poi devono fare i conti con il mercato del lavoro si esce dalla scuola con il pezzo di carta in tasca ma con nessuna competenza!!!
La colpa è del sistema, certo, che vuole ad ogni costo persone laureate...

"Ditemi se le devo ancora insegnare queste cose o no. Forse, se i ragazzi non sanno più l'italiano, vuol dire che la scuola non ha più ritenuto che fosse il caso di insegnare l'italiano. Forse tutti in Italia (o meglio, in Europa) hanno deciso questo: che non è più utile insegnare la propria lingua, e si sono dimenticati di dirlo anche a me, e allora io sono l'ultima a fare una cosa che non interessa più nessuno, e quindi è bene che smetta. Questo libro è una battaglia, perché la cultura non abbandoni la nostra vita e prima di ogni altro luogo la nostra scuola, rendendo il futuro di tutti noi un deserto. È anche un atto di accusa alla mia generazione, che ha compiuto alcune scelte disastrose e non manifesta oggi il minimo pentimento. Infine, è la mia personale preghiera ai giovani, perché scelgano loro, in prima persona, la vita che vorranno, ignorando ogni pressione, sociale e soprattutto familiare. E perché, in un mondo che li vezzeggia, li compatisce, e ne alimenta ogni giorno il vittimismo, essi con un gesto coraggioso e rivoluzionario si riprendano la libertà di scegliere se studiare o no, sovvertendo tutti gli insopportabili luoghi comuni che da almeno quarant'anni ci governano e ci opprimono." (P. Mastrocola)

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