domenica 26 gennaio 2014

Elogio della follia

La celebre operetta di Erasmo immagina che la Follia sia una dea, la quale, davanti a una piccola folla meravigliata, mostra quanti e quali benefici riceva dalla sue mani e come, senza il suo intervento, nulla nella vita sia piacevole, conveniente o sopportabile. Dall'alto del suo podio, la Follia delinea così un quadro immortale dell'umanità, passando in rassegna tutti i vizi incarnati in varie categorie di persone e personaggi, non risparmiando né re né papi, con una satira feroce che colpisce ogni tempo.

Pubblicato nel 1511 a Parigi, il Moriae Encomium conobbe un successo considerevole ma attirò sull'autore l'accusa (ingenerosa) di superficialità e leggerezza. I detrattori di Erasmo trovavano sconveniente che un teologo della sua fama avesse dato alle stampe un trattato faceto e mordace su un tema così frivolo come la follia. In realtà l'opera dell'umanista olandese, che dagli antichi e in particolare da Luciano di Samosata aveva imparato a dire la verità ridendo e a mescolare con sapienza "gli scherzi alle cose serie e le cose serie agli scherzi", è un'analisi acuta, basata su sterminate letture, della natura umana.

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